ALBERTO BURRI
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Alberto Burri. Pittore e scultore astratto italiano. Nato a Perugia, Italia, il 12 marzo 1915, è considerato il creatore dell'espressionismo astratto. Il suo stile personale è stato definito «polimaterialista».
Studiò medicina, ma nel 1940 dovette arruolarsi nell'esercito italiano. Fu fatto prigioniero nel 1943 e internato nel campo di Hereford (Texas, Stati Uniti), dove iniziò a dipingere. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, si stabilì a Roma e abbandonò la medicina per dedicarsi completamente alla pittura.
Burri si orientò presto verso l'astrazione (1949), con i catrami, opere realizzate con bitume e olio su tela. Realizzò dipinti di pittura materica astratta, molto vicini all'informalismo. A partire dal 1950, utilizzò la tecnica del collage e quella degli assemblaggi di materiali diversi. Burri prendeva dalla realtà quotidiana materiali poco ortodossi, come pomice, bitume e juta. Cominciò a realizzare una serie di dipinti che si trasformavano in opere tridimensionali.
Le sue prime opere sui sacchi risalgono al 1952. Burri iniziò a produrre opere sperimentando con legno, metallo e plastica; realizzò dipinti con legno carbonizzato e juta, come la prima serie di Quadri neri; in seguito provò con lastre di ferro saldate. Realizzò anche tele con juta strappata e carta bruciata (serie delle grandi Tessuti di sacco, 1952-1956).
Dal 1956 iniziò le sue Combustioni e la serie degli Ironi. Cominciò a sperimentare con materiali sintetici bruciati, come la plastica, che piegava e bruciava con una torcia. All'inizio degli anni settanta, iniziò a realizzare le sue pitture «rotte».
Nel 1973 creò il suo primo Cretto, immagini realizzate in argilla che, una volta cotte nel caolino, formavano crepe sulla superficie.
Dal 1979 fino agli anni novanta, realizzò una serie di opere integrando il celotex (materiale industriale, miscela di segatura e colla) in tre colori: nero, bianco e oro. A Gibellina, realizzò, tra il 1985 e il 1989, il Grande Cretto coprendo di cemento bianco un intero quartiere distrutto da un terremoto e abbandonato dai suoi abitanti. Si tratta di un esempio monumentale di land art.
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